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Victor Hugo fu un poeta? Decenni di diffidenza verso la poesia romantica hanno fatto dimenticare che non solo Hugo fu un poeta, ma fu soprattutto poeta, reputato a lungo il primo fra tutti, colui che ha condizionato tutta la poesia dell'Ottocento. Questo libro esamina una parte consistente della sua abbondante poesia: il cosiddetto periodo «prima dell'esilio» (1815-1840). La prima ambizione del libro è infatti di storia letteraria. Non s'intende solo ricordare l'importanza della poesia di Hugo, ma lo si fa studiandone una fase meno valorizzata perfino dagli specialisti. Rileggere il «primo» Hugo significa infatti riaprire la questione della modernità poetica, che da decenni è posta sotto il segno di Baudelaire, e viene qui riportata alla svolta romantica. L'ulteriore ambizione del saggio è interpretativa. Esso propone una chiave di lettura utile a interpretare una serie di temi e immagini ricorrenti, ma anche i principi del linguaggio che Hugo inaugura. Tutto viene così ricondotto a una sola, multiforme e reversibile opposizione fra l'Alto e il Basso, la quale rimanda alle grandi questioni che muovono il mondo uscito dall'89, quali la legittimità di individui e istituzioni, l'esercizio dell'autorità, il diritto alla rivoluzione.